E' importante sapere che

Trovarsi davanti a imitazioni, repliche o addirittura falsi, è qualcosa con cui un antiquario è abituato a convivere. A volte un occhio meno esperto potrebbe avere difficoltà a riconoscere un mobile antico autentico, per questo proponiamo alcuni suggerimenti utili in questo articolo.

Come riconoscere un mobile antico

E’ ovvio che il primo impatto sia quello visivo.

Per cui se ci troveremo di fronte ad un comò che si presenta con un corpo composto da un cassetto in alto di misura inferiore ai 2 sottostanti, con zampe alte e piramidali verso il basso, ci troveremo aldilà della presenza di intarsi, filettature dorature o laccature, di fronte ad un cassettone luigi XVI. Per verificarne l’autenticità e la zona di provenienza dovremo controllare innanzi tutto la tecnica costruttiva.

Se il pezzo è autentico le fodere dei cassetti e quella posteriore saranno montate "a toppa", vale a dire che saranno a pari con i fianchi del mobile e dei cassetti, senza presentare le bugnature tipiche dei mobili dell’ottocento, la parte sottostante dei cassetti e quella esterna della fodera presenteranno i colpi dello "sgrossino", una sorta di pialla con la lama ricurva che veniva usata per ridurre lo spessore del legno.

Passando quindi la mano sotto ai cassetti e dietro la fodera sentiremo come un a serie di piccole onde. L'interno invece sarà levigato. Le serrature dovranno essere in ferro che si presenta con una patina scura e traslucida e, se non sono state cambiate aderiranno perfettamente allo scasso dei cassetti.

Per quanto attiene alla zona di provenienza, avremo come aiuto di nuovo l’aspetto, un comò Luigi XVI siciliano è molto diverso da uno milanese o genovese, **ma per questo occorrerebbero delle foto**. Mentre ci possono aiutare i materiali usati per gli scafi che normalmente erano quelli facilmente reperibili nei luoghi di costruzione.

Così un mobile realizzato a Genova o anche a Palermo avrà lo scafo in pino marittimo, che si riconosce dall’abete per la fibratura compatta e sottile. Un mobile costruito a Roma o a Napoli avrà gli interni in pioppo, quelli lombardi e veneti in abete, ad eccezione dei mobili di Parabiaco, zona di produzione dei capolavori di Giuseppe Maggiolini, che avranno gli interni in noce.  A questi criteri costruttivi devono poi corrispondere le serrature che ad esempio nel caso dei mobili romani dovranno essere a cuore.

Io amo dire che un antiquario apprende attraverso la polvere che penetra nei polpastrelli. Se vi siete incuriositi e volete saperne di più, sarà per me un piacere ricevervi e insieme a voi toccare la polvere e approfondire questi pochi concetti sopra esposti.